La Telemedicina supporta l’assistenza di prossimità per migliorare il patient journey

17 Luglio 2023

La riforma dell’assistenza territoriale punta a costruire un nuovo modello organizzativo del Servizio Sanitario Nazionale, più vicino alle esigenze delle persone e più accessibile per tutti i cittadini. Il nuovo modello è incentrato sui principi dell’integrazione fra ospedale e territorio e dell’assistenza di prossimità.

In particolare, uno degli obiettivi della riforma è quello di favorire la continuità delle cure per coloro che vivono in condizioni di cronicità, fragilità o disabilità.

Dall’integrazione ospedale-territorio all’assistenza di prossimità

L’integrazione ospedale-territorio è un modello organizzativo che punta a garantire la continuità dell’assistenza sanitaria tra le strutture e i professionisti che operano in ospedale e quelli che agiscono sul territorio, come i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta e altri ancora.

L’obiettivo principale dell’integrazione ospedale-territorio è quello di fornire un’assistenza sanitaria efficace, efficiente e incentrata sul paziente, riducendo le criticità che si possono verificare nella transizione tra i due contesti assistenziali e migliorando il “patient journey”. Il modello prevede la condivisione di informazioni cliniche e l’adozione di percorsi di cura integrati che coinvolgono sia le strutture ospedaliere che quelle territoriali.

Strettamente collegato al concetto di integrazione tra ospedale e territorio, c’è quello di assistenza sanitaria di prossimità. Secondo questo modello, i servizi sanitari e assistenziali devono essere forniti nelle vicinanze delle persone che ne hanno bisogno. Questi servizi possono essere forniti ad esempio dalle case della comunità, dagli ospedali di comunità o attraverso l’assistenza a domicilio.

L'assistenza sanitaria di prossimità punta dunque a garantire una risposta tempestiva alle esigenze sanitarie della popolazione, in modo da migliorare l’accesso ai servizi e la qualità dell’assistenza, riducendo gli spostamenti per raggiungere i luoghi di cura.

In sintesi, con assistenza di prossimità si intende un sistema di servizi distribuito e diffuso nel territorio, vicino ai cittadini.

Gli strumenti dell’assistenza di prossimità

Il decreto del 23 maggio 2022 individua diversi strumenti alla base dell’assistenza sanitaria di prossimità.

Tra i principali, ci sono le case della comunità, luoghi fisici a cui i cittadini possono rivolgersi per bisogni di assistenza sanitaria e socio-sanitaria, e gli ospedali di comunità, piccole strutture sanitarie che ricoprono un ruolo intermedio tra l’assistenza a domicilio e il ricovero ospedaliero.

Altro elemento centrale della sanità di prossimità è l’assistenza domiciliare. L’erogazione di trattamenti medici, infermieristici, riabilitativi e diagnostici direttamente a domicilio per la cura e l’assistenza dei pazienti fragili rappresenta un passo decisivo verso una migliore qualità della vita della persona.

Un compito importante lo svolgono le Centrali Operative Territoriali. Le COT coordinano infatti la presa in carico delle persone e i diversi servizi di tipo assistenziale, raccordando le attività ospedaliere a quelle territoriali.

Ultima, ma non per importanza, c’è ovviamente la Telemedicina. La Telemedicina può supportare l’intero sistema, consentendo di erogare prestazioni sanitarie a distanza grazie all’utilizzo di dispositivi digitali e reti di telecomunicazione.

Insieme, tutti questi strumenti operano in sinergia per migliorare il “patient journey”.

 

 

L’utilizzo della Telemedicina nella gestione dei PDTA

La Telemedicina può svolgere un ruolo importante nella gestione dei PDTA, specialmente quelli che richiedono una collaborazione interdisciplinare e la condivisione di informazioni tra diversi specialisti.

In particolare, le soluzioni di Telemedicina facilitano la comunicazione e la cooperazione tra i professionisti della salute coinvolti nei PDTA, migliorando la qualità della diagnosi e del trattamento del paziente. Inoltre, la Telemedicina aiuta a rendere più disponibili e veloci le procedure diagnostiche, soprattutto nelle zone geografiche più remote o nelle aree con carenza di personale medico.

Con l’utilizzo della Telemedicina è dunque possibile rendere i PDTA più efficaci, a tutto vantaggio del paziente.

Servizi di Telemedicina: come migliorano il patient journey

La Telemedicina è quindi un’innovazione che permette di migliorare il patient journey. Grazie alla sua integrazione in ogni fase del percorso, dalla diagnosi alla cura, dal monitoraggio all’aderenza alla terapia, fino ad arrivare al follow-up, la Telemedicina semplifica i rapporti fra medici, pazienti e strutture, permettendo di superare le barriere geografiche.

Il paziente, ad esempio, può essere seguito in modo costante e da remoto attraverso un servizio di Telemonitoraggio, che ne tiene sotto controllo i parametri vitali attraverso device medici e altri strumenti digitali. In caso di valori fuori range, il personale medico può poi attivare una Televisita per approfondire la questione, senza costringere le persone a spostarsi.

Attraverso la Telemedicina le strutture sono in grado di offrire servizi personalizzati per gestire pazienti con patologie specifiche, così da curarli in modo continuativo. Tutto ciò migliora evidentemente l’esperienza di cura del paziente e il suo “viaggio” attraverso il sistema sanitario.

Un altro grande vantaggio portato dalla Telemedicina nel patient journey è la riduzione dei tempi di attesa. Grazie alle soluzioni digitali, le strutture possono infatti erogare a distanza più prestazioni di quanto non riescano a fare in presenza, dando la possibilità di accedere ai servizi in tempi più rapidi e a un maggior numero di persone.

Patient journey digitalizzati: alcuni esempi

Tra le esperienze di Telemedicina che hanno influito maggiormente sul patient journey c’è il progetto +VITA della ASL di Latina, un programma di cura che semplifica la presa in carico dei pazienti cronici affetti da diabete e da BPCO.

Nel progetto +VITA, il percorso del paziente è gestito da una piattaforma digitale condivisa da tutti gli attori impegnati nella sua salute (medico di medicina generale, specialisti, caregiver ecc.). Attraverso questa piattaforma, il MMG registra il paziente in uno o più PDTA e personalizza il PAI. Le prestazioni pianificate nel PAI vengono prenotate dal MMG, sollevando l’assistito da questa incombenza, e sono erogate nei centri più vicini al domicilio del paziente. Inoltre, il sistema ricorda al paziente le attività da svolgere.

La piattaforma, integrata con i diversi sistemi informativi aziendali, permette di monitorare l’aderenza del paziente al PAI, in modo che il MMG e gli operatori ASL siano sempre aggiornati. Da un lato, dunque, la piattaforma guida i professionisti nelle attività da effettuare sul paziente; dall’altro, l’assistito è accompagnato passo dopo passo nel percorso di cura, modellato sulle sue specifiche esigenze.

Altre esperienze di Telemedicina riguardano invece la gestione dello scompenso car-diaco, patologia che in Italia interessa circa 1 milione di persone. In questo caso, un servizio particolarmente sfruttato è quello del Telemonitoraggio.

Secondo alcune stime, negli ultimi anni l’uso della Telemedicina nei casi di scompenso cardiaco ha ridotto la mortalità del 30-35% e le ospedalizzazioni del 15-20%. Altri dati, ancora più positivi, si spingono ad affermare che la Telemedicina riduca la mortalità dei pazienti con scompenso cardiaco fino al 50% e le ospedalizzazioni del 39%.

C’è da segnalare, inoltre, che il monitoraggio remoto non porta benefici solo sanitari, ma aiuta anche il benessere psicologico dei pazienti e dei loro familiari. Le soluzioni digitali, una volta entrate nella routine quotidiana, sembrano infatti incontrare un alto grado di accettazione e soddisfazione da parte degli utilizzatori.

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